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Autore Discussione: [ABOUT] Sconti alla Chiesa sull'Ici - La Ue ora processa l'Italia  (Letto 2318 volte)
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« inserito:: 25 Giugno , 2007, 09:26:31 »

Sarà aperta una pratica d'infrazione per violazione delle norme sulla concorrenza
Sotto tiro negozi e alberghi "collegati" a luoghi sacri


http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/e...ici-chiesa.html

di CURZIO MALTESE

C'E' CHI in Italia è abituato a ottenere privilegi da qualsiasi governo e autorizzato a non pagare il fisco, ma sul quale nessuno osa moraleggiare. Pena l'accusa di anticlericalismo. L'anomalo rapporto fra Stato italiano e clero è invece finito da tempo sul tavolo dell'Unione europea, che si prepara a mettere sotto processo il nostro Paese per i vantaggi fiscali concessi alla Chiesa cattolica, contrari alle norme comunitarie sulla concorrenza. Oltre che alla Costituzione, meno di moda. Al centro del caso è l'esenzione del pagamento dell'Ici per le attività commerciali della Chiesa. La storia è vecchia ed è tipicamente italiana.

Varato nel '92, bocciato da una sentenza della Consulta nel 2004, resuscitato da un miracolo di Berlusconi con decreto del 2005, quindi decaduto e ancora recuperato dalla Finanziaria 2006 come omaggio elettorale, il regalo dell'Ici alla Chiesa è stato in teoria abolito dai decreti Bersani dell'anno scorso.
Molto in teoria, però. Di fatto gli enti ecclesiastici (e le onlus) continuano a non pagare l'Ici sugli immobili commerciali, grazie a un gesuitico cavillo introdotto nel decreto governativo e votato da una larghissima maggioranza, contro la resistenza laica di un drappello di mazziniani radicali guidati dall'onorevole Maurizio Turco.

I resistenti laici avevano proposto di limitare l'esenzione dell'Ici ai soli luoghi senza fini commerciali come chiese, santuari, sedi di diocesi e parrocchie, biblioteche e centri di accoglienza. Il cavillo bipartisan ha invece esteso il privilegio a tutte le attività "non esclusivamente commerciali".

Basta insomma trovare una cappella votiva nei paraggi di un cinema, un centro vacanze, un negozio, un ristorante, un albergo, e l'Ici non si paga più. In questo modo la Chiesa cattolica versa soltanto il 5 o 10 per cento del dovuto allo Stato italiano con una perdita per l'erario di almeno 400 milioni di euro ogni anno, senza contare gli arretrati.

Il trucco o se vogliamo la furbata degli italiani non è piaciuta a Bruxelles, da dove è partita una nuova richiesta di spiegazioni al governo. Il ministero dell'Economia ha rassicurato l'Ue circa l'inequivocabilità delle norme approvate, ma subito dopo ha varato una commissione interna di studio per chiarirsi le idee.

L'affannosa contraddizione è stata segnalata all'autorità europea dall'avvocato Alessandro Nucara, esperto in diritto comunitario, e dal commercialista Carlo Pontesilli, due professionisti di simpatie radicali che affiancano e assistono il drappello dell'orgoglio laico.

A questo punto la commissione per la concorrenza europea avrebbe deciso di riesumare la pratica d'infrazione già aperta ai tempi del governo Berlusconi e poi archiviata dopo l'approvazione dei decreti Bersani. In più, la commissione ha chiesto al governo Prodi di fornire un quadro generale dei favori fiscali che l'Italia concede alla Chiesa cattolica, oltre all'esenzione Ici.

Che cosa potrà succedere ora? Un'infrazione in più o in meno probabilmente non cambia molto. L'Italia dei monopoli, dei privilegi e delle caste è già buona ultima in Europa per l'applicazione delle norme sulla concorrenza e naviga in un gruppo di nazioni africane per quanto riguarda la trasparenza fiscale. Quale che sia la decisione dell'Ue, i governi italiani, di destra e di sinistra, troveranno sempre modi di garantire un paradiso fiscale assai poco mistico alla Chiesa cattolica all'interno dei nostri confini. Magari tagliando ancora sulla ricerca e sulla scuola pubblica.

E' triste constatare però che senza le pressioni di Bruxelles e la lotta di una minoranza laicista indigena, l'opinione pubblica non avrebbe neppure saputo che gli enti religiosi continuano a non pagare l'Ici almeno al 90 per cento. Nonostante l'Europa, la Costituzione, le mille promesse di un ceto politico senza neppure il coraggio di difendere le proprie scelte.

Nonostante le solenni dichiarazioni di Benedetto XVI e dei vescovi all'epoca dei decreti Bersani: "Non ci interessano i privilegi fiscali".
Nonostante infine siano passati duecento anni da Thomas Jefferson ("nessuno può essere costretto a partecipare o a contribuire pecuniariamente a qualsivoglia culto, edificio o ministero religioso") e duemila dalla definitiva sentenza del Vangelo: "Date a Cesare quel che è di Cesare". (25 giugno 2007)

Come al solito ci facciamo sempre riconoscere.
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« Risposta #1 inserito:: 25 Giugno , 2007, 11:52:26 »

Quindi se metto un altarino in casa sono esente ICI? Felice

keiske
« Ultima modifica: 25 Giugno , 2007, 11:52:36 da keiske » Registrato

Parla un JUS: "XXXXXX il tuo sfogo è comprensibile ma esagerato. Condivido però a pieno i contenuti della tua proposta"
Dopo 2 ore parla lo stesso JUS: "Se il capo ordina io sinceramente lo seguo e purtroppo devo dissentire da XXXXXX"
Se qualcuno diventa così zerbino lo metto fuori subito Felice
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Parla Silvio Berlusconi: "Dopo questo disastro Prodi ha l'obbligo di dimettersi", dichiara l'ex premier. "per ragioni di coerenza politica, di coerenza costituzionale, di coerenza etica, deve rassegnare immediatamente le proprie dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica". <- Non c'è bisogno che tu lo dica. Tu ci hai messo due settimane quando era il tuo turno, coglione.

Sono il coglione numero 1 di LiTr. Avanti il numero 2.
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« Risposta #2 inserito:: 25 Giugno , 2007, 12:42:57 »

Kei... mio illuminatore... quasi quasi divento cattolico... se non pago l'ICI mi riempio la casa di santini!!!

Felice
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« Risposta #3 inserito:: 25 Giugno , 2007, 01:20:44 »

Metto una cappellina e stesso dentro casa apro un sexy-shop.
Che dichiaro come locale commerciale legato al culto del feticismo.
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« Risposta #4 inserito:: 5 Luglio , 2007, 02:44:23 »

Citazione
Vaticano, in attivo il bilancio 2006 con quasi 102 milioni di dollari di offerte
ROMA - La Santa Sede chiude in attivo l'esercizio finanziario del 2006: il bilancio consuntivo consolidato mostra, infatti, un avanzo di due milioni 405mila euro. È quanto emerge dai dati presentati nella 41esima riunione, svoltasi lunedì in Vaticano, del Consiglio dei Cardinali per lo Studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa Sede, presieduta dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. Lo stesso bilancio consuntivo consolidato registra per il 2006 entrate per 227.815.031 euro ed uscite per 225.409.716 euro, con un avanzo di 2.405.315 euro. Le uscite riguardano in maggioranza spese ordinarie e straordinarie dei dicasteri e organismi della Santa Sede, che vedono impiegate complessivamente 2.704 persone, di cui 773 ecclesiastici, 331 religiosi e 1.600 laici, mentre i dipendenti dello Stato della Città del Vaticano sono 1.693. Tra i dati che sono stati illustrati, anche il bilancio consuntivo 2006 dello Stato della Città del Vaticano e l'andamento dei Musei Vaticani, visitati lo scorso anno da oltre quattro milioni 200mila turisti provenienti da tutto il mondo. «Il 2006 - si legge in un comunicato - si è chiuso con un risultato positivo di 21.849.155 euro». Per quanto riguarda la previdenza, il Fondo Pensioni Vaticano ha erogato nel 2006 pensioni per oltre 15 milioni di euro. Inoltre, durante l'esame dei bilanci i cardinali hanno affrontato l'argomento dei mezzi di comunicazione sociale del Vaticano: radio, Ctv, L'Osservatore Romano, sala stampa, Internet e altro, strumenti che «per stare al passo con i tempi richiedono rilevanti risorse finanziarie». È stato poi presentato il bilancio dell'Obolo di San Pietro, cioè l'insieme delle offerte in arrivo dalle chiese locali, dagli istituti di vita consacrata, dalle fondazioni e dai fedeli: 101 milioni 900mila dollari destinati dal Papa «alle esigenze del suo ministero a servizio della Chiesa Universale».


Fonte

Ma dico io... affittuari messi in mora (dal responsabile del Vaticano) o per aumenti stratosferici o perché preferivono vendere...quindi messi in mezzo ad una strada
alla faccia della carità cristiana....
Fornitura gratis dell'acqua potabile (50 milioni di euro stanziati in finanziaria qualche anno fa, per ripianare i debiti del vaticano nei confronti della società che fornisce acqua a Roma... e al vaticano)...
ICI, 8x1000, detassazione paurosa per i redditi di persone giuridiche, sovvenzioni e finanziamenti di qua e di là, stipendi degli insegnanti di religione (che devono essere approvati dalla curia, e che incidono per qualche centinaio di milioni di euro all'anno), finanziamenti pubblici a manifestazioni religiose, di tutto e di più.

Ma non è meglio se diventiamo agnostici tutti quanti a livello statale cosi da non riconoscere più lo stato vaticano e vaf******o?!?!  :mumble:  
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« Risposta #5 inserito:: 5 Luglio , 2007, 11:18:18 »

Citazione
Ma non è meglio se diventiamo agnostici tutti quanti a livello statale cosi da non riconoscere più lo stato vaticano e vaf******o?!?!  :mumble:

Non serve essere agnostici, basta essere razionali Sorriso

Ne dico un'altra.
A Caserta c'è il MA.C.RI.CO (Magazzino centrale ricambi corazzati), in pratica vecchi capannoni che servivano appunto per i mezzi militari.
L'area è immensa e appartiene, manco a farlo apposta, alla Curia; da anni la popolazione si batte per costruire una grande area verde. Solo che la Curia non si smuove perchè ha interesse a vendere ai costruttori che offrono 70 milioni di euro per acquistare l'area contro i 35 milioni che il comune vuole sborsare per farci l'area verde.

Per chi volesse approfondire la diatriba: http://www.macricoverde.altervista.org/ Sorriso
« Ultima modifica: 5 Luglio , 2007, 11:18:40 da tendinerotuleo » Registrato

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