Quando si dà un pronostico su un evento sportivo siamo abituati a pensare a chi vincerà, senza pensare a quanto sia probabile.
Se siamo al bar e qualcuno dice che la Juve vincerà Domenica col Parma, pensiamo se sia così o meno, ci convinciamo dell'una o dell'altra possibilità e poi diamo un giudizio.
Nel mondo delle scommesse il ragionamento è simile, ma in più c'è la "difficoltà" del pronostico che si traduce in quanto vinceremo se indovineremo l'evento.
Per fare un esempio, provate a dire se secondo voi vincerà l'Italia o Portorico la partita di Basket delle olimpiadi (cambierò questo esempio quando saranno passate). Sulla carta L'Italia, magari faticando, ma i pronostici sono per noi.
Con le quote davanti la cosa diventa più difficile, perchè le quote ci influenzano.
Se vi dicessi che puntando 10 Euro sull'Italia ne vincereste 10+5 e invece se le puntate su Portorico ne vincereste 10+12, sareste così sicuri che Portorico non possa tutto sommato vincere? No, perchè Portorico può vincere e l'idea che possa farcela prende più forza all'idea che vincendo ci sarebbe 12 Euro di guadagno invece di 5.
Le quote invogliano e i bookmakers vogliono che ci lasciamo convincere a scommettere sullo sfavorito, perchè lo sfavorito non perde sempre, anzi, spesso vince, ma il difficile è prendere lo sfavorito vincente e non quello perdente.
Detto questo passo a spiegarvi come funzionano le quote.
Nella maggior parte dei casi troverete le quote decimali, le più usate e le più comprensibili. Si indicano con uno o due decimali, a volte anche tre.
Se una squadra è data vincente a 1,5, significa che se punto 10 Euro, ne vincerò 15. Ogni volta che parlo di vincere parlo di vincita lorda, ovvero i 10 Euro che noi abbiamo scommesso più 5 Euro. In pratica io dò 1 e mi viene restituito 1,5.
Se una squadra è data a 2, significa che io dò 1 e mi viene ridato 2. La quota 2 è detta anche "alla pari" perchè vinco esattamente quello che ho giocato, ovvero raddoppio la posta. Con questo ragionamento è facile capire che a 3 la triplico, ovvero vinco il doppio del giocato. Se la quota è 10, vinco 9 volte quello che ho giocato. Queste quote vanno comprese bene. Alla quota segnata devo sempre togliere 1 che ho scommesso e il restante è quello che vinco. A 100 vinco 99 volte quello che ho giocato.
Sotto il 2 si trovano spesso i favoriti. Dico spesso perchè negli eventi con più di 2 opzioni il favorito può essere sopra il 2.
Spiego questo passaggio dicendo che per ogni evento la quota di almeno uno dei possibili risultati è inferiore al numero delle opzioni. Se così non fosse potrei scommettere su tutte le opzioni e vincere comunque.
Su una partita di tennis uno dei due giocatori è per forza sotto il 2, uno è spesso sopra il 2, a volte sono tutti e due sotto il 2.
In una partita di calcio una delle opzioni (1-X-2) è sotto il 3, molto spesso due su tre sono sotto il 3. Una delle tre è praticamente sempre sopra il 3.
Ora che abbiamo spiegato vagamente le quote posso dirvi che sotto la quota 1.6/1.7 scommettere conviene poco. Una scommessa a 1.5 si può fare se proprio l'evento è chiuso, altrimenti diventa rischioso giocare. Per esempio ieri ho giocato il vincitore del Decathlon che era dato a 1.5, ma erano già state fatte 7 gare, era avanti un altro ma restavano le 3 gare migliori per quello su cui ho scommesso. C'era un piccolo margine di rischio, ma al 99% era vincente e infatti ha vinto. Ma all'inizio non avrei mai giocato a 1.5 e infatti probabilmente la sua quota era almeno sopra il 2.
Sopra il 2 si gioca spesso, ma che non salga troppo, per un semplice motivo. Se gioco due eventi a 2.4, basta che ne entri uno dei due e sono in attivo.
10 euro a 2.4 danno un totale di 24 euro compresi i 10 giocati. Se faccio due giocate così e ne entra una sola vinco 14 di una delle due contro i 10 persi dell'altra. Sono 4 euro vinti in totale. Chiaramente una quota a 2.4 è uno sfavorito o un evento con handicap (che spiegherò poi) ma non è raro che vinca uno sfavorito, soprattutto nel baseball e nel tennis, ma anche nel calcio.
Per ora basta così, spero abbiate domande così vedremo di chiarire un po' questi primi punti. Poi spiegherò gli altri modi di indicare le quote, che ora vi darebbero solo confusione.
keiske